Un percorso di psicoterapia (o più in generale di crescita personale), che ha l’obiettivo di far emergere ed esplorare memorie antiche e realtà rimosse, richiede una particolare attenzione al corpo, poiché in esso si conservano le tracce e i ricordi dei primi anni di vita, del periodo prenatale e perinatale.
In terapia è possibile iniziare un lavoro psico-corporeo partendo da una emozione, da un episodio traumatico, o semplicemente dal contatto con ciò che accade nel qui ed ora, esplorando il mondo interiore e lasciando riaffiorare i vissuti corporei ed emozionali, rimanendo in ascolto e accoglienza dei blocchi e delle resistenze.
Sentire emozioni forti e “difficili” può creare, infatti, un senso di malessere e quindi la tendenza è di resistere e opporsi ad esse, mentre sarebbe meglio non bloccare il processo di elaborazione provando a lasciarle fluire e attraversandole con l’aiuto del terapeuta.
Non si tratta solo di una “catarsi” emozionale, ma la finalità è quella di reintegrare parti di sè nascoste o dimenticate, in modo da agevolare un senso di unità e integrità.
Esistono diverse pratiche corporee con cui si raggiunge differenti livelli di profondità.
Per iniziare a portare l’attenzione su nostro “sentire” ed entrare in connessione con noi stessi/e, possiamo provare a chiudere gli occhi, ascoltare il nostro respiro e porci queste domande:
- cosa sta avvenendo nel mio corpo in questo momento?
- quale emozione provo?
- dove la sento nel corpo?
- di che cosa ho bisogno?
L’atteggiamento che ci proponiamo di tenere è quello di Mindfulness, cioè di ascolto e osservazione non giudicante. Se arrivano emozioni o sensazioni difficili, proviamo a darci conforto ed essere gentili con noi stessi.